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CI SONO P.O. E P.O…

 

L’Azienda aveva a disposizione  214 mila euro da destinare alle Posizioni Organizzative.

 

 Di  questi 129.700€  sono stati dirottati per  ventisei   P.O. tecnico amministrative (300 dipendenti circa) e 77.900€ per  quindici P.O.  sanitarie (1400 dipendenti circa)

 

Seppur esistono P.O. tecnico/amministrative che gestiscono importanti e strategici uffici e personale,  vi sono anche p.o. che gestiscono pochissimi dipendenti o peggio niente da gestire.

 

Di contro la quasi totalità delle P.O. sanitarie hanno la gestione di 4/5 strutture con anche cento dipendenti.

 

Da questo emerge ciò che ritiene veramente  importante e strategico questa Azienda;  seppur in uno dei discorsi d’insediamento il  D.G. aveva comunicato che sarebbero state ridotte le P.O.  amministrative ed adeguate numericamente, all’attività svolta, quelle sanitarie.

 

Secondo il  NURSIND c’è una forte  disparità nei confronti della parte sanitaria.

 

Inoltre il perpetrarsi dei disagi ormai cronici, quali: ferie residue, straordinari, carenze d’organico, continui rientri, doppie notti ecc., non renderà la vita lavorativa facile  alle pochissime P.O. sanitarie a differenza delle altre categorie.

 

Infermiere MICHELE ROSAPANE    RSU NURSIND

INFERMIERE TRASLOCATORE

 

Da circa due settimane gli infermieri dell’endoscopia, a seguito dei ripetuti furti di materiale sanitario,   all’inizio e alla fine di ogni attività devono trasportare gli strumenti endoscopici ( 2 colonne, 2 elettrobisturi, 10 strumenti) verso una destinazione top secret (segreto di pulcinella) in modo che i ladri non ne siano a conoscenza (segreto di pulcinella 2).

 

Il disagio quotidianamente patito dai collegi traslocatori, acuisce nei turni di PD notturna, in questo caso il collega deve chiamare il vigilante di turno, per essere accompagnato o scortato. Purtroppo si sono già riscontrati casi in cui quest’ultimi siano impossibilitati ad accompagnare/scortare il personale infermieristico traslocatore, che così si trova ad effettuare questo strano servizio con materiale costosissimo, in solitudine, di notte e con la paura di poter incontrare i soliti malintenzionati.

 

Le considerazioni da parte nostra sono che il personale infermieristico, viene demansionato sistematicamente a compiti di traslocatore, con tutto il rispetto per tale figura, e viene messo in una situazione di stress e pericolo,

 

Pensavamo che un’Azienda della nostra portata avesse ben altre soluzioni da spendere. 

La non sicurezza della nostra Azienda non deve essere riversata sui dipendenti che non hanno nessuna responsabilità in merito.

                       

Infermiere FRANCESCO PESCE   RSU NURSIND

E Tu cosa puoi fare?

SEGNALARCI LE SITUAZIONI CRITICHE;

COLLABORARE CON NOI!

Ripensando al passato di NurSind non possiamo dimenticare una fra tutte, la lotta per L’ADEGUAMENTO   DELL’ORARIO alla direttiva europea del 2003.

In molti  ricorderanno la vecchia turnazione degli infermieri dipendenti dell’ ASO AL.

Ricorderanno gli anni di mancato rispetto delle 11 ore di stacco tra due turni e le famigerate “MATTINETTE” nel fine settimana, “spacciate” come necessarie per evitare un fantomatico debito orario (in realtà però indispensabili all’Azienda per colmare le croniche ed annali carenze  organiche).

Ricorderanno quindi, che fu solo  grazie a Nursind che l’Azienda dovette porre in essere dei notevoli cambiamenti e che sempre per l’intervento di Nursind, vennero finalmente riconosciuti i tempi di consegna e cambio divisa.

PURTROPPO PERO’ MA CI RISULTA CHE NEGLI ULTIMI TEMPI CI SIA LA TENDENZA AD UN RITORNO AL PASSATO…. UN RITORNO  AD INFRANGERE LE REGOLE….CALPESTANDO NUOVAMENTE I DIRITTI GIA’ ACQUISITI…

Ebbene,  tra i Nostri obiettivi vi è quello di MONITORARE CON ATTENZIONE la situazione attuale. Stiamo di fatto,  predisponendo una raccolta dati che effettueremo presso ogni Unità Operativa, al fine di verificare la reale situazione, per attivarci di conseguenza e con dati alla mano,  a  ripristinare, quantomeno una situazione di “legalità”.

Da   LA REPUBBLICA.IT   del 08/01/15

“…Ha aspettato oltre tre ore, ma aveva troppi pazienti davanti a lui e così, dato che era tardi e in sala d'attesa c'era freddo, ha preferito rientrare a casa per tornare in ospedale l'indomani mattina… I parenti e gli amici di Manzella puntano il dito sui tempi trascorsi in attesa al pronto soccorso”.

Nella nostra realtà, I tempi medi di attesa di un paziente in codice giallo, sono di 15 ore in barella prima di una sistemazione in un “letto” e non diciamo nella giusta Unità Operativa, eh…no…perché per ovviare alla cronica carenza di posti letto nei reparti medici più occupati (quali medicina, medicina geriatrica, pneumologia…) si utilizza ormai di prassi “APPOGGIARE I PAZIENTI” (già solo il termine fa rabbrividire) che necessitano di cure mediche nelle Unità Operative chirurgiche con minore occupazione. Solo nelle scorse settimane si sono avuti  addirittura picchi di 10 appoggi fuori reparto e  molti pazienti solo dopo diversi giorni vengono realmente “presi in carico” dalle unità di competenza. Da ciò è facilmente deducibile il RISCHIO per il cittadino, che troppe volte vede ritardare il processo di corretta assistenza, diagnosi e cura, ma anche come si accennava, il sovraccarico di lavoro, sia per i reparti in carenza di posti che per quelli ospitanti. seguiranno approfondimenti…..

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